Fino a qualche tempo fa le mascherine chirurgiche venivano indossate solo in ambito medico o in condizioni di necessità.
Oggi invece tutti le dobbiamo utilizzare per prevenire la diffusione e il contagio da coronavirus.
La ricerca di Altroconsumo ha portato alla luce l’effettivo numero di mascherine utilizzate in Italia* in una settimana: 33 milioni.
Questo numero corrisponde a 135 tonnellate di rifiuti, dato l’utilizzo monouso, che si traducono in 118 tonnellate di CO2 prodotte dal loro incenerimento.
Questa nuova ricerca, insieme a molte altre condotte da alcuni Paesi europei (come la Francia), ha permesso di rivedere le modalità di utilizzo dei dispositivi di autoprotezione.
La possibilità di lavare le mascherine in lavatrice si traduce quindi in una diminuzione del materiale di scarto non riciclabile che viene prodotto e in un risparmio economico per le persone, che non dovranno più usare e gettare i dispositivi di protezione personale.
Secondo i risultati ottenuti dal test, è possibile lavare le mascherine monouso per risparmiare e ridurre la produzione di rifiuti.
Le mascherine usa e getta possono essere lavate in lavatrice a 60° fino a 5 volte: lo studio ha dimostrato che la capacità filtrante resta invariata e, in alcuni casi, migliora addirittura la traspirabilità.
Il test condotto da Altroconsumo ha previsto il lavaggio delle mascherine in lavatrice con un ciclo a 60°.
I risultati hanno dimostrato che questi dispositivi possono essere lavati in lavatrice fino a 5 volte prima che la loro capacità di filtraggio venga compromessa.
Nell’uso normale, non è necessario lavarle a 60°, ma è sufficiente impostare un ciclo di lavaggio a 30°.
La ricerca infatti voleva evidenziare la resistenza e le performance dei dispositivi anche dopo essere stati sottoposti a una sollecitazione intensiva.
Puoi lavare le mascherine anche senza utilizzare additivi: in questo modo risparmi risorse, energia e non inquini l’ambiente.
Fonte: Blog Miele Professional